Esercitazioni militari e sviluppo socioeconomico del territorio

ESERCITAZIONI E SVILUPPO DEL TERRITORIO

“Ci sono poi ancora aspetti di mitigazione che sono importanti e che riguardano l’impatto delle attività esercitative sulle prospettive di sviluppo dei territori. In merito le lamentele sono davvero tante. Come dicevamo prima nel caso dell’incertezza sulla situazione ambientale di alcuni poligoni, tale incertezza ha un impatto molto negativo sulle attività economiche che possono svolgersi nelle zone che circondano le servitù militari. L’attuale calendario delle esercitazioni sta creando problemi crescenti a quelle attività. 

Il calendario, in alcuni casi, parte dal 20 giugno e arriva al 20 settembre. Ciò significa che, per esempio, in questi giorni vi siano disdette da parte dei turisti preoccupati dall’impatto delle esercitazioni, molto rumorose e molto impattanti. Se ascoltaste gli albergatori delle zone interessate scoprireste che diventa sempre più difficile allungare la stagione in quelle aree, perché l’attività di esercitazioni che vi si svolge è, in alcuni casi, scandalosamente impattante a giugno, quando cominciano ad arrivare i turisti. 

È una situazione davvero un po’ incomprensibile, nel senso che in un calendario normale di esercitazioni si dovrebbero collocare le esercitazioni più impattanti il più lontano possibile dai momenti in cui la gente cerca disperatamente di creare lavoro allungando la stagione turistica.

In questo contesto un po’ di buonsenso aiuterebbe. Il nostro buonsenso dice che fare una mitigazione di questi impatti significa avere una zona di interruzione di esercitazioni dal primo giugno al 30 settembre. Non si deve essere lenti nell’andare verso una soluzione che si ritiene di buonsenso, altrimenti gli investimenti turistici nelle zone cui stiamo facendo riferimento non arriveranno mai, perché non ci sarebbe economicità. 

Evidenziamo anche che a Capo Frasca la zona di sospensione non è nemmeno dal 20 giugno al 20 settembre, ma dal 30 giugno al 31 agosto. È, quindi, ancora più limitata e questa è una lamentazione specifica di quell’area”.

Le parole che avete appena letto non sono state elaborate dalle nostre forze politiche, non rappresentano quindi la proposta di movimenti e partiti indipendentisti. Sono state pronunciate da un altissimo esponente dell’autonomismo unionista sardo. Si tratta infatti di stralci della trascrizione stenografica dell’audizione del Presidente della Regione Autonoma Sardegna Francesco Pigliaru in sede di indagine conoscitiva in materia di servitù militari presso il Parlamento italiano, il 10 giugno 2014. Si tratta quindi di parole pronunciate dal più alto rappresentante istituzionale sardo nel quadro di una delle sedi istituzionali italiane di più alto livello. Per leggere le nostre proposte politiche vai allo speciale basi.

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