Il sistema delle compensazioni economiche

“Noi abbiamo delle servitù e anche delle risorse che vengono assegnate a fronte della servitù; risorse, chiamiamole così, che dovrebbero essere compensative per i territori. 

In merito c’è un punto che è particolarmente interessante. Nel 1990-1994 il compenso, trasformato in euro, corrisponde a 14 milioni e nel 2005-2009 siamo alla stessa cifra. Naturalmente questa situazione va valutata in termini reali per mostrare come, di fatto, il compenso sia andato riducendosi nel tempo. Ci sono anche delle oscillazioni: nel 1995-1999 il contributo è stato della metà ma quello che interessa è la tendenza.

A livello nominale siamo allo stesso livello di molto tempo fa. In termini reali ciò significa un depauperamento della compensazione molto significativo e ciò non ha alcuna giustificazione. Non ci sono motivi per ritenere che le compensazioni possano essere ridotte a fronte di qualche altro beneficio di cui non siamo consapevoli.

È bene anche precisare che il compenso per il 2010-2014 non è stato né definito, né erogato e che tutti i sindaci con cui abbiamo parlato lamentano l’incertezza dei tempi di erogazione e lamentano il fatto che l’erogazione avvenga ex post piuttosto che ex ante e per quinquenni anziché anno per anno. Ciò comporta una complicazione enorme rispetto a vent’anni fa. Oggi c’è un Patto di Stabilità che morde molto e in questa situazione i soldi arrivano in ritardo, in quantità ridotta in termini reali e impattano sul Patto di stabilità stesso, rischiando di non poter essere spesi o di poter essere spesi con molta difficoltà.

Le soluzioni in questo senso sarebbero molto semplici. Dovrebbero esserci iscrizioni annuali in anticipo, in modo che le cifre possano essere iscritte nel bilancio con certezza e possano essere spese nell’arco dell’anno. L’erogazione diventa, quindi, un fondamentale aspetto della compensazione, che altrimenti rischia di essere tardiva e di non poter entrare nell’economia reale”.

Le parole che avete appena letto non sono state elaborate dalle nostre forze politiche, non rappresentano quindi la proposta di movimenti e partiti indipendentisti. Sono state pronunciate da un altissimo esponente dell’autonomismo unionista sardo. Si tratta infatti di stralci della trascrizione stenografica dell’audizione del Presidente della Regione Autonoma Sardegna Francesco Pigliaru in sede di indagine conoscitiva in materia di servitù militari presso il Parlamento italiano, il 10 giugno 2014. Si tratta quindi di parole pronunciate dal più alto rappresentante istituzionale sardo nel quadro di una delle sedi istituzionali italiane di più alto livello. Per leggere le nostre proposte politiche vai allo speciale basi.

Torna allo speciale basi

Artìculu prus bètzuI numeri delle servitù militari
Ateru artìculuLa tutela ambientale e della salute