Catalogna, l’eurodeputata Ponsatí torna dall’esilio, arrestata e rilasciata

L’eurodeputata di Junts, il partito di Carles Puigdemont, è tornata in Catalogna nel pomeriggio di martedì 28 marzo 2023 dopo quasi sei anni di esilio. È stata arrestata in pieno centro a Barcellona nonostante la sua immunità parlamentare europea.

Chi è Clara Ponsatí

Clara Ponsatí è stata ministra dell’Educazione nel Governo di Puigdemont, incarico che ha mantenuto fino al giorno della sua destituzione ad opera dei poteri spagnoli dopo il referendum indipendentista del primo ottobre 2017. La sua responsabilità nell’organizzazione della consultazione popolare è stata chiave perché ha autorizzato l’utilizzo delle scuole come seggi. La repressione messa in campo dalla Spagna ha fatto optare Ponsatí e lo stesso Puigdemont, assieme ad altri ministri come Puig, Comin e Serret, per l’esilio in Belgio. Dopo qualche mese di residenza a Bruxelles Ponsatí ha annunciato di trasferirsi nel Regno Unito per riprendere le sue attività di docente universitaria presso l’Università Saint Andrews. Nel 2019 ha fatto parte della lista di Junts per il Parlamento Europeo. Inizialmente Ponsatí non è stata eletta ma dopo la Brexit e l’uscita dal Parlamento europeo dei deputati del Regno Unito, ha ottenuto l’elezione. Dopo la riforma del Codice Penale spagnolo, votata da PSOE, Podemos ed Esquerra, la gravità del reato di cui è accusata è calata di molto, per la disobbedienza infatti, a differenza che per la sedizione, non sono previste pene carcerarie.

Reazioni alla notizia dell’arresto

La notizia è stata ripresa dai media di tutta Europa. Der Spiegel, ad esempio, ha pubblicato un articolo in cui cita l’illegalità dell’arresto di Ponsatí.

Aamer Anwar, l’avvocato scozzese di Clara Ponsatí ha affermato che la detenzione della propria assistita dimostra che la Spagna ha ancora paura di lei. In tempi di violenza e di paura è difficile trovare persone che hanno il coraggio di lottare per i diritti. Ponsatí lo sta facendo”. Poi chiude la dichiarazione in Catalano “Lluitarem fins al final, i guanyarem”.

L’eurodeputato slovacco Mila Brglez, socialdemocratico, ha affermato che l’arresto di Ponsatí è dovuto solamente al suo nome, un attacco inaccettabile all’immunità di un deputato del Parlamento Europeo e all’autorità del Tribunale di Giustizia dell’Unione Europea”.

L’eurodeputata della sinistra irlandese Clare Daly si è dichiarata sorpresa per l’arresto di Ponsatí: “l’Unione Europea potrà rimanere in silenzio davanti al disprezzo delle autorità spagnolo verso le leggi europee, i tribunali europei e i diritti fondamentali? La Spagna è esente dallo stato di diritto? Liberatela ora!”.

L’ex portavoce di David Sassoli, Roberto Cuillo, del Partito Democratico italiano, ha twittato: “Arrestata poco fa a Barcellona l’eurodeputata catalana Clara Ponsati, prima volta in UE che un deputato europeo protetto da immunità viene arrestato.”

Il Partito Nazionalista Basco ha emesso un comunicato nel quale esprime la propria fiducia nella rapida liberazione di Ponsatí. “Accogliamo con preoccupazione la notizia dell’arresto dell’eurodeputata di Junts. La soluzione del conflitto catalano non arriverà dalla criminalizzazione della politica ma dal dialogo e la democrazia”.

La presidente dell’Assemblea Nazionale Catalana (ANC) ha denunciato la “pantomima” dell’arresto di Ponsatí e ha sottolineato la “forza” dell’ex ministra ed eurodeputata nel tornare dall’esilio direttamente in Catalogna senza passare per Madrid”.

Il responsabile delle Relazioni Istituzionali del Consell de la Repùblica Toni Castellà ha criticato l’arresto illegale di Ponsatí, “decisione che apre un conflitto tra Spagna e Unione Europea. Fino ad oggi potevamo affermare che esistesse un conflitto tra Spagna e Catalogna. Mentre da oggi inizia un conflitto tra Spagna e UE. Fin quando la Spagna tenterà di aggirare le leggi europee e non applicherà lo stato di diritto nei confronti degli indipendentisti e dei catalani, continueremo” a impegnarci per ottenere una Catalogna indipendente.

Il presidente di Omnium Cultural, Xavier Antich, ha accusato la giustizia spagnola di “attentare all’immunità di Ponsatí. Siamo di fronte all’arresto di una rappresentante politica, una cosa di una gravità straordinaria. Si tratta di un attacco contro la libertà e contro la democrazia da parte dello Stato spagnolo che invece di difendere i diritti fondamentali continua a vulnerarli in modo sistematico”.

Il deputato della CUP Carles Riera ha chiesto l’immediata liberazione di Clara Ponsatí.

Il giornalista italiano de La Repubblica Gianni Vernetti esperto di geopolitica e di affari esteri ha twittato: “La magistratura spagnola ha arrestato la parlamentare europea Clara Ponsatì protetta dall’immunità parlamentare e costretta all’esilio. Un gesto illegale, vendicativo e fascistoide. Va messa immediatamente in libertà”.

Centinaia di persone si sono radunate davanti agli stabili della Giustizia spagnola a Barcellona. Altri manifestanti hanno bloccato la Gran Via di Barcellona.

Il presidente catalano Pere Aragonès ha pubblicato un comunicato istituzionale sul ritorno dall’esilio di Ponsatí e sul suo arresto: “ Il presidente della Generalitat celebra il ritorno della ministra Clara Ponsatí in Catalogna dopo aver sofferto per cinque anni l’esilio forzato e ingiusto a causa del suo impegno per il referendum del 1 ottobre e per l’indipendenza del suo Paese. Il suo ritorno, che purtroppo non è in piena libertà, rende evidente una volta ancora che la repressione contro l’indipendentismo continua e la qualità del sistema democratico continua ad essere erosa. Nella sua causa contro l’indipendentismo il Tribunale Supremo spagnolo e in particolare il giudice Llarena, mettono in evidenza sistematicamente la mancanza di rispetto verso i principi democratici di base, come dimostra anche quest’ordine di arresto. Un arresto che viola, inoltre, i suoi diritti come europarlamentare e mette in chiaro che lo Stato spagnolo non rispetta la sua immunità. In questo senso il presidente vuole tornare a chiarire che far votare la gente non è ne non potrà mai essere un reato e spera che Clara Ponsatí torni in libertà immediatamente. La sua detenzione è l’ennesima dimostrazione che siamo lontano dal risolvere il conflitto politico con lo Stato e che è necessario che tutte le parti raddoppino gli sforzi per costruire una soluzione politica che ponga fine alla repressione e che consenta ai cittadini catalani di decidere liberamente del futuro politico del Paese. Oggi e sempre, dal governo della Generalitat continuiamo a lottare contro la repressione, per la democrazia, per i diritti e le libertà. Continueremo a lavorare per l ‘indipendenza del nostro Paese, per l’amnistia e per il ritorno in libertà di tutti i cittadini sotto processo”.

Il presidente del gruppo di Podemos nel Congresso spagnolo Jaume Asens ha dichiarato che l’arresto di Ponsatí è una “cattiva notizia per l’uscita dalla criminalizzazione del confitto. Llarena disprezza l’immunità parlamentare di Ponsatí. Una volta eliminata l’accusa di sedizione, Ponsatí deve vivere in libertà”.

Oriol Junqueras, storico leader di Esquerra ha salutato il ritorno dell’ex ministra Ponsatí: “celebriamo il suo ritorno, lavoriamo per l’amnistia di tutte le persone colpite da denunce e processi. Esigiamo la sua immediata liberazione e ricordiamo allo Stato che deve rispettare le leggi internazionali”.

L’ex presidente catalano Quim Torra ha dichiarato: “c’è un’eurodeputata arrestata illegalmente. E’ importante ora la posizione dei suoi colleghi del Parlamento europeo”

Josep Lluís Alay, direttore dello staff di Carles Puigdemont ha definito la polizia catalana come “sicari spagnoli” e ha aggiunto “vergogna eterna ai Mossos d’Esquadra e a chi li dirige. Liberate Clara”.

Il segretario generale di Vox ha accusato in un tweet Ponsatí di essere una “delinquente e codarda” per essere tornata in Catalogna “con un codice penale dimezzato”, alludendo alla riforma che ha eliminato il reato di sedizione.

Il leader del PP in Catalogna, Alejandro Fernandez, ha accusato Ponsatí di aver siglato patti con il primo ministro socialista Sanchez per “il suo ritorno comodo”.

Il ministro degli Interni spagnolo, Joan Ignasi Elena, ha dichiarato che Ponsatí “è stata arrestata per ordine giudiziario per il reato di disobbedienza. Il Mossos d’squadra hanno agito per ordine dei giudici, perché è un corpo di polizia giudiziaria. Per ordine della giustizia Ponsatí è stata portata in tribunale”.

Carles Puigdemont ha dichiarato che Ponsatí “gode di piena immunità parlamentare e in questi casi si può essere arrestati solo se colti in flagranza di reato. Quindi la Spagna ha violato l’immunità parlamentare europea, spero che la presidente del Parlamento non faccia come ha fatto altre volte nei confronti della Spagna guardando da un’altra parte. Oggi c’è bisogno del suo intervento, perché è suo dovere difendere tutti gli eurodeputati e oggi ne è stata arrestata una. Ci deve proteggere, non solo personalmente, ma per quello che rappresentiamo, cioè il popolo dell’Unione Europea”.

Ponsatí avverte i colleghi europei

Verso le ore 22 di martedì 28 marzo dalla e-mail istituzionale dell’eurodeputata è partita una comunicazione a tutti gli eurodeputati e alla presidente del Parlamento Europeo nella quale Ponsatí avvertiva i colleghi che “se state leggendo questo messaggio vuol dire che sono stata illegalmente detenuta a Barcellona, in violazione della mia immunità come membro di questo parlamento”.

Liberata a tarda sera

A tarda sera di martedì 28 marzo Ponsatí è stata rilasciata in libertà ma con l’obbligo di restare a disposizione della giustizia spagnola. Il 24 aprile infatti dovrà presentarsi al Tribunale Supremo di Madrid per vedersi contestata dal giudice Pablo Llarena l’accusa di disobbedienza.

L’avvocato di Ponsatí, Gozalo Boye ha dichiarato ai giornalisti che la detenzione di Ponsatí è irrituale perché “mai in Spagna sono state arrestate persone per il reato che non prevede pene detentive. Una volta ancora le cose in Spagna non vengono fatte come devono essere fatte”. Inoltre l’avvocato ha chiarito che nelle intenzioni e nel comportamento di Ponsatí non c’è alcun tipo di sfida nei confronti della giustizia spagnola: “semplicemente ha agito come può agire un’eurodeputata”.

La notizia della liberazione di Ponsatí è stata salutata da tutti gli ambienti indipendentisti anche se in molti chiedono maggiori spiegazioni politiche al Governo spagnolo.

Partenza per Bruxelles

Mercoledì 29 marzo 2023. Alle prime ore del mattino l’eurodeputata indipendentista Clara Ponsatí è partita da Barcellona per Bruxelles per partecipare alla seduta del Parlamento Europeo. Ieri il magistrato del Tribunale Supremo spagnolo Pablo Llarena aveva stabilito che l’eurodeputata avrebbe dovuto segnalare un domicilio e un telefono ai quali potesse essere sempre raggiunta pena la detenzione.

L’eurodeputata Clara Ponsatí ha preso la parola durante la seduta del Parlamento Europeo per rimproverare la presidente Roberta Metsola per non aver fatto nulla per difendere la sua immunità dopo il suo arresto. “Ieri sono stata arrestata illegalmente a Barcellona” ha detto rammaricandosi per l’immobilismo di Metsola che era stata immediatamente informata dell’arresto. “Non ho ricevuto alcuna risposta e la presidenza non ha fatto altro che passare burocraticamente il caso alla Commissione per gli Affari Legali” presieduta dallo spagnolo Adrian Vazquez di Ciudadanos (destra statale). Clara Ponsatí ha concluso chiedendosi se “questa mancata difesa dell’immunità a seguito dell’arresto illegale di un deputato, mai avvenuta nella storia di quest’aula, sia una politica della presidenza o sia un atteggiamento che lei ha in serbo solo per noi catalani”.

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