Talamoni: “Essere un popolo è una realtà. Facciamo la nazione”

Discorso di Jean-Guy Talamoni, Presidente dell’Assemblea di Corsica e capolista alle prossime elezioni territoriali per Corsica Libera, in occasione dell’ultima seduta del parlamento còrso.


Siamo riuniti per l’ennesima volta per una sessione della nostra Assemblea.

Ma oggi si volta pagina: è l’ultima volta che tutti questi eletti lavorano assieme per la Corsica. Tra qualche settimana i còrsi sceglieranno i nuovi membri della loro Assemblea.

La democrazia funziona così.

Chi ci sarà a luglio in questa sala di deliberazione? Solo Dio lo sa. Molti eletti attuali non si ricandideranno. Gli voglio assicurare la mia simpatia. Ci ritroveremo, spero, in altre circostanze.

Voglio salutare anche Gilles Simeoni, Presidente del Consiglio esecutivo, le assessore e gli assessori. Voglio salutare Marie-Christine Gelabert, Direttrice Generale, e i suoi servizi.

Infine voglio ringraziare Serge Tomi, Segretario Generale dell’Assemblea, tutti i componenti della segreteria generale e, sicuramente, i membri del mio gabinetto.

Vorrei esprimere, a tutti e ad ognuno, il piacere che ho nel lavorare con voi.

In questi anni, in questa assemblea, aldilà delle idee che possono essere diverse, aldilà dei dibattiti che possono essere accesi, l’amore per la Corsica ha guidato tutte e tutti.

Condividere l’amore per la Corsica non vuol dire essere uguali. Sono convinto per quanto mi riguarda che il confronto delle idee è la condizione della democrazia. È la scelta. È la decisione. È il voto. Credo che la democrazia non sia la ricerca costante del consenso di tutti. In democrazia devono esserci disaccordi, dibattiti, scelte e voti.

Sicuramente, su certi argomenti, ci può essere un consenso unanime. Per esempio, da poco, abbiamo votato per sostenere l’Associazione Insieme a favore dei parenti dei bambini malati. In quel caso era più che naturale votare uniti. Ma ci sono argomenti diversi, sui quali è necessario fare una scelta.

Qui, maggioranza e opposizione, siamo tutti coscienti di condividere la corsitudine, di far parte dello stesso popolo, di fare popolo. Ci può essere anche, aldilà delle idee politiche, tra gli eletti dei diversi gruppi, amicizia e affetto. Spesso ci sono anche parentele perché siamo un piccolo popolo. Per quanto mi riguarda ho amici e anche parenti nei gruppi di opposizione. E gli voglio bene.

Ma la scelta politica è un’altra cosa. Essere di destra o di sinistra, essere nazionalista o no, sono scelte. Essere un popolo non è una scelta, non è un progetto. È una realtà, una affermazione: siamo un popolo in questa terra che è la nostra, di tutti noi. E viviamo sotto lo stesso sole. Ma se ce lo diciamo e ce lo ripetiamo, facciamo passi avanti?

Io personalmente non se nono sicuro.

Penso che dobbiamo anche dare alle persone l’opportunità di dire, in modo maggioritario, ciò che vogliono e non semplicisticamente di andare verso il progresso. Tutti sono a favore del progresso, della prosperità, della giustizia, della pace… Voi quanti candidati conoscete che fanno campagne a favore della povertà, dei conflitti e dell’ingiustizia?

Ripeto: ci son vere scelte da fare.

C’è chi non vuole semplicemente fare popolo – che già lo siamo – ma fare nazione. Altri no. Questa è una scelta politica.

C’è chi vuole il progresso sopratutto per coloro che vivono per strada. Questa è una scelta politica.

E questa scelta deve essere proposta chiaramente ai còrsi. Una proposta sul futuro della Corsica è stata fatta nel 2015 e poi nel 2017. In quei casi i còrsi hanno votato per la nazione. Tra qualche settimana dovranno rispondere un’altra volta, in modo franco e chiaro. Avanzare solamente per il popolo, per il progresso, la democrazia, la trasparenza, la tolleranza, la speranza, la pace? Nessuno può essere contrario.

Per riprendere le parole di un politico francese d’altri tempi, nessuno ha “il monopolio del cuore” o della trasparenza, o della speranza, eccetera… È per questo che bisogna andare più lontano e perfezionare, in modo molto più preciso, un vero progetto per la Corsica e per i còrsi.

Dico che è il caso di voltare pagina.

Ai nostri compatrioti adesso chiedo di continuare a scrivere il grande libro della Corsica.

Vi ringrazio.

Artìculu prus bètzuArrivano i loro! Anche quest’anno i sardi non saranno campioni d’Europa
Ateru artìculuSebastian Madau