Euskadi al voto. L’indipendentismo vola ma governa il patto unionista

Grafica: Eitb

Domenica 21 aprile 2024 si sono celebrate le elezioni per il rinnovo del Parlamento della Comunità Autonoma Basca che assieme alla Comunità Forale di Navarra nello Stato spagnolo e alle tre province storiche dei Paesi Baschi del Nord, nello Stato francese, costituisce i Paesi Baschi.

Secondo i sondaggi la federazione indipendentista EH Bildu avrebbe potuto per la prima volta vincere le elezioni ma il patto tra gli autonomisti del PNV e la filiale basca del PSOE avrebbe potuto impedirgli di governare secondo il classico meccanismo a tenaglia unionista al quale, se necessario, è sempre pronto a sommarsi il PP.

Pubblichiamo la traduzione dell’editoriale del 21 aprile 2024 di Ramon Sola, caporedattore del quotidiano indipendentista Gara che ci offre il quadro della situazione generale politica ed elettorale. (A cura di Franciscu Pala)

Il decollo di EH Bildu e il calo del PNV danno luogo ad un pareggio inedito

Ramon Sola, Naiz, 21/04/2024.

PNV e EH Bildu entreranno nel Parlamento della Comunità Autonoma Basca con lo stesso numero di eletti (27), una situazione inedita provocata dall’impresa dell’indipendentismo progressista che è stato sul punto di vincere le elezioni per la prima volta nella sua storia e raccoglie più di 340.000 voti.

Risultato storico, e inedito, nelle elezioni per il Parlamento di Gasteiz, con quasi il 100% delle sezioni scrutinate. L’exploit dell’indipendentismo progressista ha eguagliato il PNV per la prima volta. Nonostante il cambiamento del candidato presidente il partito autonomista conferma il suo declino e viene raggiunto in numero di eletti per la prima volta in 40 anni, quando il PSOE lo superò (in numero di eletti ma non in voti) grazie all’effetto congiunturale della scissione di Eusko Alkartasuna.

Pello Otxandiano, candidato presidente per EH Bildu

La federazione EH Bildu rappresentata dal candidato Pello Otxandiano avanza di niente meno che sei eletti nel Parlamento e passa da 21 a 27. Un dato più alto di quanto retrocede il PNV che passa da 31 a 27 senza che la sostituzione del presidente uscente Iñigo Urkullu con il nuovo candidato Imanol Pradales si riuscito a sanare la ferita apertasi nelle elezioni Navarre, in quelle comunali. In quelle statali del 2023. Nonostante questo il partito autonomista è riuscito ad evitare la sconfitta e i suoi esponenti lo hanno dichiarato vincitore quando ancora mancavano molte sezioni da scrutinare. Andoni Ortuzar, presidente del PNV, lo ha sottolineato poco dopo, riferendosi all’importanza del voti assoluti più che al numero di eletti. E ha fatto ricordo a questa formula dialettica: “Abbiamo vinto pareggiando con il secondo”.

Ma è proprio in numero di voti assoluti che si registra il maggiore distacco in avanti: EH Bildu ha raggiunto i 340mila voti, finora il suo miglio risultato era quello del 2012 quando arrivò ai 277mila per poi cadere fino ai 225mila. Nelle ultime elezioni della Comunità Autonoma Basca gli indipendentisti raggiunsero i 250mila voti, con una partecipazione al voto molto inferiore. È chiaro che abbia conquistato spazio, sia ideologici sia generazionali, sommando decine di migliaia di voti che non avevano mai scelto questa sigla. La grande felicità di questa notte nella sede degli indipendentisti a Bilbao, era giustificata.

Imanol Pradales, candidato presidente del PNV, nuovo Lehendakari della Comunità Autonoma Basca

Da parte sua il PNV ha ottenuto 370mila voti, che sono 20mila in più rispetto a quello che ottenne il vecchio candidato Presidente Urkullu nel 2020 ma con 12 punti in più di astensione di allora. L’autonomismo resiste nella sua roccaforte in Bizkaia, dove ottiene quasi il 60% dei suffragi totali.

In percentuale, in totale, è calato dal 39% al 35%. Tradizionalmente il partito ottiene circa 400mila voti e ha raggiunto i 600mila (assieme ad Eusko Alkartasuna) nelle polarizzatissime elezioni del 2001 quando vinse Juan José Ibarretxe.

Araba, per EH Bildu. Nelle varie provincie risalta il modo in cui l’indipendentismo progressista sta avanzando rispetto al PNV in Gipuzkoa. Dopo aver già vinto le elezioni amministrative dello scorso anno e dopo essere stato estromesso dal potere grazie all’alleanza tra PNV e PSE con l’aiuto del PP, ora la lista indipendentista ha ottenuto 11 eletti, due in più rispetto a quella del PNV.

In Bizkaia il PNV resiste come primo partito, anche se molto lontano dai suoi risultati storici. Ottiene tre eletti in più di EH Bildu, mentre il distacco quattro anni fa era di sei eletti.

La lotta più equilibrata tra le due forze è in Araba, dove EH Bildu ha vinto di un eletto. La provincia più piccola in termini di popolazione sarà quella che avrà più partiti rappresentati in Parlamento perché solo in questa provincia Sumar e Vox ottengono un eletto ciascuno.

Risultati al 99,70% delle sezioni scrutinate. In evidenza la maggioranza assoluta raggiunta da PNV+PSOE. Grafica: naiz.eus

La maggioranza assoluta è risicata. La somma del PNV e del PSOE ottiene la maggioranza assoluta con 39 eletti su 38 richiesti. Quindi sembra ovvio che Imanol Pradales sarà presidente. Dobbiamo capire però a quale prezzo, alla luce delle posizioni politiche del candidato socialista durante la campagna e visto il buon risultato di 12 parlamentari eletti per il PSOE. La coalizione autonomista e socialista aveva già ottenuto questa maggioranza nel 2020, dopo averla persa per un solo eletto nel 2016.

Completeranno la Camera il PP con sette eletti (+1), Vox che mantiene il suo eletto e Sumar che entra in Parlamento per pochissimi voti e nonostante la sua candidata presidente non sia stata eletta in Bizkaia). Podemos resta fuori.

La partecipazione è stata del 63% e questo dà più forza al risultato.

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