Bildu ritrova la piazza e insegna come conciliare attività istituzionale e mobilitazione popolare

La coalizione della sinistra indipendentista ha convocato a Bilbao per il 20 novembre 2021 una manifestazione nazionale in favore di uno Stato basco con la quale, dopo la pandemia e parallelamente alla sua attività istituzionale, intende riaffermare la sua capacità di mobilitazione popolare.

La comunicazione della manifestazione vede l’utilizzo di un moderno scudo araldico che rappresenta tutte le sette province dei Paesi Baschi, compresi la Navarra, attualmente Comunità autonoma a se stante e l’Iparralde, composto dalle tre province attualmente amministrate dallo Stato francese. Questa immagine è affiancata dallo strillo “Lortu arte!” che in Basco significa “fino ad ottenerlo”, in riferimento alla sovranità basca e alla realizzazione di un “Euskal Herria di liberi ed uguali”.


“Riempiremo le strade per trasformare la società perché abbiamo bisogno di un nuovo modello di governo dei Paesi Baschi. Invece di guardare il popolo dall’alto in basso serve coinvolgerlo, rafforzare le politiche pubbliche e rispondere a tutte le sfide. Dobbiamo unire le forze, difendere l’Euskara, portare a casa i prigionieri, far fronte alla sfida climatica, conservare la memoria, affrontare il fascismo, costruire un popolo felice” – afferma EH Bildu.

Sembra chiaro quindi che con questa manifestazione EH Bildu voglia riprendere e condurre il dibattito sul futuro istituzionale dei Paesi Baschi. Nel 2018 infatti un dialogo con il PNV sul tema della riforma istituzionale permise di far convergere l’indipendentismo e l’autonomismo sul concetto di diritto a decidere e di trattativa da pari grado tra Euskadi e Spagna. Un percorso che portò a un binario morto con la presentazione di diverse proposte di Statuto e con l’interlocuzione tra PNV, PSE-PSOE e Podemos-Elkarrekin.

La data del 20 novembre non è un giorno come un altro. La destra più radicale e nostalgica ricorda Franco nel giorno della sua morte. La sinistra indipendentista ricorda invece i suoi militanti Santiago Brouard e Josu Muguruza, assassinati dal terrorismo di Stato nel 1984 e nel 1989.

Le dichiarazioni

In questo ultimo mese si sono succeduti comunicati e dichiarazioni pubbliche di esponenti nazionali e locali della coalizione EH Bildu che hanno reso chiaro ed esplicito il ruolo di questa mobilitazione.

“La destra sa che EH Bildu è la chiave per creare qualsiasi alternativa. E’ il momento per affermarci come alternativa alla destra. Per le strade di Bilbao dimostreremo che siamo una reale alternativa. Per i Paesi Baschi di libere e uguali. Non si tratta di guardarci l’ombelico ma si tratta di spingere come popolo”.

Oskar Matute e Garazi Perea in una conferenza stampa di presentazione della manifestazione del 20 novembre 2021.

Oskar Matute, portavoce di Alternatiba: “Al fascismo non si dà acqua. E se ha sete gli offriamo polvorones [dolci molto asciutti]. Sabato sarà l’occasione per opporci al fascismo perché abbiamo sempre difeso il nostro popolo, la nostra identità, la nostra cultura, la nostra lingua e i nostri sogni.

Coloro che vorrebbero vederci come sconfitti e senza influenza politica sabato prenderanno in mano le calcolatrici e ci conteranno. Quanti più saremo più si preoccuperanno perché in tanti metteranno in pericolo i loro privilegi.

“L’indipendentismo di sinistra basco ha l’opportunità di dimostrare che il nostro è un popolo vivo che lotta per costruire una repubblica basca di uomini e donne liberi e uguali”.

Garazi Perea: “Riempiremo le strade per mandare un messaggio chiaro: siamo in tanti e siamo forti. Rivendichiamo una nazione libera, giusta, femminista, ambientalista, antifascista, bascofona e pacifica”.

Maddalen Iriarte, capogruppo di EH Bildu nel parlamento basco

Maddalen Iriarte, capogruppo di EH Bildu nel parlamento basco: “Siamo una nazione e abbiamo il diritto di decidere il nostro futuro. Abbiamo necessità di strumenti per far fronte alle sfide presenti e future. Ci rincontreremo a Bilbao perché la politica si fa nelle istituzioni ma anche nelle strade, con la gente come protagonista”.

Olatz Iglesias, a nome dei familiari dei prigionieri politici baschi fa appello assieme a EH Bildu a riempire la strade di Bilbao: “Indubbiamente è stata la collaborazione tra le parti sociali e politiche e la mobilitazione popolare che ha spinto ad abrogare l’allontanamento dei prigionieri rispetto alle loro zone di residenza. Nonostante questo le famiglie dei prigionieri continuano a dover affrontare lunghi viaggi per visitare i familiari. Anche nell’ultimo finesettimana i familiari di un detenuto hanno subito un incidente stradale in viaggio per le Asturie”.

Sonia Jacinto, responsabile dell’Organizzazione di EH Bildu: “Dobbiamo risolvere tutte le conseguenze del conflitto e il problema dei prigionieri, lavoriamo senza sosta. Sabato daremo un messaggio chiaro alla società basca e agli Stati francese e spagnolo”.

Arnaldo Otegi, riconfermato coordinatore generale di EH Bildi nel maggio scorso, ha scritto una lettera aperta sul quotidiano Gara di cui Helis pubblica la traduzione integrale.

Arnaldo Otegi, coordinatore nazionale di EH Bildu

Lettera aperta di Arnaldo Otegi su Gara

Il 20 novembre, tutti gli indipendentisti e gli antifascisti a Bilbao!

Quello che faremo a Bilbao sarà sia memoria che futuro. Perché lottare per il futuro è l’esercizio di memoria più forte.

Il prossimo 20 novembre noi indipendentiste e indipendentisti baschi abbiamo un appuntamento nelle strade di Bilbao. Non è una data qualsiasi, non è nemmeno una mobilitazione qualsiasi. La manifestazione del 20 novembre convocata da EH Bildu non è una manifestazione nazionale isolata dal contesto storico che stiamo vivendo e dalle accelerazioni politiche che stiamo promuovendo. Si tratta di una iniziativa politica con un obiettivo politico chiaro: che la strategia indipendentista recuperi la sua capacità di mobilitare al passo con la sua attività istituzionale. In sostanza affinché intenda lo spazio delle mobilitazioni popolari come strumento necessario in tutti gli àmbiti di dibattito e di confronto della propria strategia politica.

Rispetto allo Stato spagnolo c’è da ricordare che EH Bildu lascia aperto un confronto sui tre grandi ambiti ai quali abbiamo fatto riferimento durante il dibattito di investitura del Governo di Pedro Sanchez: politica sociale, politica penitenziaria e politiche per la soluzione democratica dei problemi nazionali.

Abbiamo raggiunto accordi in materia sociale (riforma del lavoro, che deve essere portata a termine), in materia di politica penitenziaria (si sono fatti dei passi in avanti che devono essere intensificati) e rispetto al tema delle questioni nazionali stiamo entrando in una fase nella quale il tavolo di negoziato tra Catalogna e Governo include nella sua agenda politica il dibattito sui modelli territoriali che si articolano in differenti intensità e gradi nella Comunità Autonoma Basca, in Navarra e a Madrid.

Possiamo affermare che, trascorse ormai molte decadi da quando il nostro popolo disse no alla Costituzione spagnola, il dibattito politico nello Stato spagnolo è incentrato su questioni simili a quelle che tenevano banco nel periodo costituente: autodeterminazione, libertà dei prigionieri politici e modello sociale. Fondamentalmente è stato l’indipendentismo basco e catalano che ha fatto sì che il dibattito tornasse a posizionarsi sul terreno del superamento delle catene che la Transizione e la sua Costituzione hanno voluto mettere alle vecchie nazioni senza Stato come la nostra.

Il dibattito sulla strutturazione territoriale (il problema nazionale) occuperà uno spazio centrale nei prossimi anni. Dobbiamo essere coscienti del momento storico che stiamo vivendo e della necessità di recuperare tutto il vigore e la forza dell’indipendentismo di sinistra nelle mobilitazioni sociali.

Inoltre il possibile superamento della pandemia ci offre la possibilità di offrire uno spazio per far incontrare nuovamente la nostra base sociale che non dobbiamo sottovalutare in termini umani e politici.

Il destino degli accordi in materia sociale (riforma del lavoro), l’intensificazione della politica penitenziaria o il fatto che il nostro popolo riesca a spingere in materia di diritti nazionali non dipende solo dal nostro lavoro nelle istituzioni. Occupare le strade, occupare lo spazio popolare, tornare a dimostrare la capacità di convocazione e la forza di mobilitazione dell’indipendentismo basco di sinistra è strategico per far fronte con garanzie alle sfide che si avvicinano. Abbiamo prodotto le condizioni per andare avanti, abbiamo bisogno di tutti i nostri strumenti attivi per concretizzare queste condizioni in avanzamenti per il nostro popolo.

Il 20 novembre non è una data qualsiasi. E la nostra mobilitazione non è un’ennesima manifestazione. Il 20 novembre è il giorno in cui morì Franco ma stiamo continuando a vedere il franchismo comodamente installato negli apparati di potere dello Stato. Quel 20 novembre vedemmo come i pilastri fondamentali del regime si trasformarono in democratici da sempre, pronti a intraprendere una riforma che era stata preparata e sistemata dal Regime. Hanno assassinato Santi e Josu grazie ad un terrorismo di Stato che decine di anni dopo ancora non hanno il coraggio di riconoscere. L’autodeterminazione, l’uguaglianza sociale, il ritorno a casa delle prigioniere e dei prigionieri (in applicazione della legislazione penitenziaria ordinaria) continuano ad essere rivendicazioni sostenute da ampi settori della cittadinanza così come erano sostenute da Santi e Josu. Segno di una transizione che definiscono come democratica, portata male a termine. Quella di Bilbao sarà sia memoria che futuro. Perché lottare per il futuro è l’esercizio di memoria più forte.

La marcia del 20 novembre sarà una dimostrazione di impegno individuale e collettivo. L’impegno è uno dei principali valori radicati nella nostra comunità. Grazie all’impegno abbiamo fatto il percorso fino qui e così sarà fino a quando otterremo i Paesi Baschi di liberi e uguali.

Quando ci dicono che l’indipendentismo è debole noi dobbiamo rispondere che si stanno sbagliando, di molto. Dobbiamo far vedere che siamo forti, anche nelle strade, che i simboli dell’uguaglianza sociale sono ancora molto forti, come quelli della convivenza, dell’antifascismo, della pace, del ritorno a casa delle prigioniere e dei prigionieri. Dobbiamo far vedere insomma che c’è un popolo che sta percorrendo il cammino della sovranità.

Il 20 novembre inizieremo a ricollegarci con la nostra spinta popolare. Il 20 novembre recupereremo la mobilitazione di massa come strumento della lotta politica e ideologica, il 20 novembre renderemo più efficace la nostra strategia.

Per la nostra sovranità, per l’equa distribuzione della ricchezza, per la libertà dei prigionieri. Dimostreremo la nostra forza riempiendo le vie di Bilbao.

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