Green Pass, guerra dei vaccini, qual è lo scopo?

Mi è capitato di vedere questa vignetta di scherno ideata dal compagno italiano Vauro.

Vauro si definisce di sinistra, per la precisione comunista. Capisco che essere di sinistra oggi, soprattutto in Italia, può risultare ambiguo dato che i partiti che si definiscono tali, dimostrano con il loro agire che della sinistra forse non fanno altro che infangare il nome.

La sinistra per natura dovrebbe essere dalla parte delle minoranze, dei deboli, degli emarginati, degli ultimi. Dovrebbe quantomeno esserne il riferimento politico e istituzionale. Da molto tempo non lo è più, quindi il fatto che questa vignetta sia ideata e diffusa da una persona che si definisce di sinistra, mi può dispiacere ma, francamente non mi stupisce. 

Quello che mi chiedo è se in un paese civile questo sia ammissibile.

È ammissibile che un virologo come il Prof. Burioni definisca sorci coloro che non si vogliono vaccinare e trovi spazio negli organi di informazione? 

È ammissibile che l’ordine provinciale dei medici chirurghi e odontoiatri di Como lanci una campagna Pro Vax con un manifesto che ritrae una bambina triste che abbraccia un pupazzo (il suo unico amico) e – separati – un gruppo di coetanei che stanno insieme con sotto lo slogan “Isolato… o vaccinato?” 

Una campagna discriminatoria, razzista e indecente. Questo è essere civili? Questo è tutelare la salute collettiva?

A questo punto mi chiedo quale sia l’obiettivo di questi messaggi. Quale sia lo scopo di questa guerra. Non si penserà davvero di convincere i non vaccinati a vaccinarsi insultandoli o utilizzando questi metodi squadristi. 

Metodi fomentati biecamente dallo Stato italiano e in generale dalle istituzioni, comprese quelle sanitarie, che non hanno fatto altro che abbruttire la popolazione che ha dato libero sfogo alla parte peggiore di sè, scatenando una guerra molto subdola contro i non vaccinati.

Nell’ultimo periodo ho letto sui social e sentito dal vivo commenti carichi di odio pubblicati da medici, giornalisti, “persone di cultura” che anziché offrire punti di vista che stimolino la riflessione auguravano a chi non voleva vaccinarsi tutti i mali possibili. Dall’augurio di ammalarsi di Covid e finire intubati (così imparano!), all’augurio di perdere il lavoro, alla negazione del diritto alle cure etc. Cure che tra l’altro anche i non vaccinati contribuiscono a pagare con le loro tasse.

Questo accanimento gratuito, questo odio esagerato che si sviluppa da più parti dimostra quanto la situazione sia sfuggita di mano. Quanto stiamo diventando incivili. Quanto siamo brutti.

Io ho deciso di vaccinarmi perché penso che il vaccino sia utile e il calo significativo dei contagi e delle ospedalizzazioni lo dimostra. I dati però dimostrano anche che il Covid di per sé ha un tasso di mortalità molto basso, che aumenta nel momento in cui il sistema sanitario non è in grado di curare l’infezione e nel momento in cui consiglia “vigile attesa e tachipirina”. Questo accade maggiormente quando si verifica un sovraffollamento degli ospedali che però ormai può essere evitato grazie all’esistenza di ben cinque cure approvate in sede europea che consentono di curarsi in casa.

Io, detto molto francamente, non so se avere più paura del Covid o dell’attuale sistema sanitario sardo. Forse è anche per questo che ho scelto di vaccinarmi. 

Ad oggi mi sembra lampante che, sia lo Stato che la sanità pubblica non godono di grande autorevolezza agli occhi dei cittadini e questo da molto prima che arrivasse il Covid-19. 

Il sistema sanitario è allo sfascio perché buona parte dei politici, dei direttori sanitari e dei baroni universitari, sulle nostre spalle attraverso il sistema sanitario si son costruiti clientele, carriere, nepotismo e baronati. 

A discapito della collettività e della salute. A discapito del personale sanitario costretto a lavorare in condizioni indecenti. È vero che questo succede in molti settori ma succede in particolare nella sanità pubblica. Negli anni, come si suol dire, si son mangiati tutto e anche di più. 

Ciò che mi fa riflettere e mi rammarica è che come al solito ci si accanisce con le minoranze, con chi ha paura o con chi semplicemente non vuole vaccinarsi perché è un suo diritto e non per questo deve essere discriminato, insultato, emarginato, allontanato dal lavoro, schernito dalle istituzioni e isolato dalla società. O etichettato come un terrappiattista.

Forse ci è sfuggito che il vaccino, in tutti gli Stati del mondo, è un diritto non un dovere e non c’è alcun obbligo vaccinale.

Novembre 2021. Bar al centro di Granada, Andalusia.

Per un mese ho vissuto in una città estera dove il Green Pass non esiste nella vita quotidiana, non esiste il terrorismo mediatico che viene fatto in italia, non esiste questa guerra vergognosa e ignorante contro i non vaccinati. E vi assicuro che si vive molto meglio e in maniera più sana.

La percentuale di vaccinati è più o meno la stessa della Sardegna e quando mi capita di dire a qualcuno che in Italia se non hai il Green Pass non puoi lavorare, non puoi andare al cinema, non puoi mangiare all’interno di un ristorante tutti cambiano espressione e rimangono stupiti increduli e anche abbastanza schifati. 

Perché un conto è avere un certificato di negatività per viaggiare, ben diverso è rendere obbligatorio averlo per lavorare, per non essere discriminato dalla società, per poter vivere dignitosamente.  Ma il paradosso è che chi è in possesso di green pass perché vaccinato non ha bisogno di certificare la  negatività ogni 48 ore come chi non è vaccinato. Il problema è che anche chi ha ricevuto il siero può essere veicolo di contagio, con l’aggravante che, non dovendo esibire nessun certificato di negatività, può tranquillamente circolare e diffondere il virus esattamente come chi non ha ricevuto il siero.

Mi chiedo, dunque, quale sia il senso logico di questo lasciapassare. Anche perché, in questa guerra assurda, dove da parte dello Stato Italiano non è stata fatta una campagna vaccinale seria,  il Green Pass viene interpretato come una sorta di “liberi tutti” quindi molti vaccinati si sentono immuni e smettono di seguire le regole sanitarie che sono esattamente le stesse che devono seguire i non vaccinati.

È palese che questa guerra subdola ed ignorante non porterà un solo vaccinato in più ma sicuramente, se non si ha la lungimiranza di invertire rotta, abbrutirà sempre di più la società costringendoci ad abitare in un luogo sempre più invivibile e malato. Perchè nell’intento di non ammalarci di Covid ci stiamo ammalando di odio, di sopraffazione, di egoismo, di paura. Non riusciamo più a discutere civilmente e non accettiamo più il diverso. Smettiamola di vivere in trincea. Mettiamo fine a questo spettacolo indecente.

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