La paura. Battere le destre o il coraggio della Coalizione Sarda

Simone Maulu, Portavoce di iRS

Non si può pensare che l’unico obiettivo di una persona che va a votare sia quello di battere le destre. O comunque di battere l’avversario di turno. Questi spesso sono ragionamenti dettati dalla paura. Ma la paura può diventare accecante e in alcuni casi paralizzante, impedendo di agire in maniera lucida o di poter affrontare il pericolo nella maniera giusta. 

Questa è la tecnica che sta utilizzando lo schieramento 5Stelle/PD, ormai in preda alla disperazione, per recuperare qualche voto. È uno schieramento che di sardo non ha niente perché non ha mai espresso una visione di Sardegna, non ha mai lanciato una prospettiva in avanti. Ma il dramma più profondo di quella coalizione è che non ha credibilità, non ha autorevolezza. 

È per questo motivo che prova a giocare sulla paura, ad accecare l’elettorato con la paura che vinca la destra. Non importano i programmi, non importa se Todde da vice ministra non ha mai fatto niente per la Sardegna; non importa se il PD è da sempre asservito alle segreterie romane e a loro risponde. Non importa niente. Dobbiamo battere la destra. 

E per ricordarcelo hanno portato Giuseppe Conte, quello del decreto con Salvini; quello che con la peggiore destra ci ha governato e ha firmato uno dei decreti più disumani e più vili degli ultimi decenni. È venuto da Roma a raccontarci che dobbiamo battere le destre. Come se noi fossimo dei mentecatti. Come se non conoscessimo la sua parabola politica.

In questo momento storico dobbiamo mantenere la lucidità. Non dobbiamo farci prendere dal panico o farci accecare dalla paura. In Sardegna c’è un’alternativa credibile, un’alternativa che nasce in Sardegna e che ha come orizzonte politico la Sardegna. 

Una coalizione composta da diverse sensibilità che hanno costruito un programma di governo facendo oltre settanta incontri sul territorio. Una coalizione che non usa l’indipendentismo per darsi una vernice di sardità per provare a confondere la realtà delle cose. Una coalizione che è un progetto che non vuole tamponare l’esistente ma vuole avviare un vero processo di cambiamento in Sardegna, senza compromessi, senza intromissioni esterne. Una coalizione formata da persone che hanno sempre lottato per gli interessi della Sardegna, che si son sempre prese le responsabilità delle loro azioni e che vogliono continuare a prendersele.

E non solo per battere le destre, ma per costruire per questa terra e per il popolo sardo una prospettiva nuova aprendo una fase storica guidata da un governo nazionale sardo che ci  traghetti fuori dalla sudditanza politica ed economica.

Per far questo non è sufficiente raccontare che dobbiamo battere le destre o parlare di noi in astratto. Noi chi? Perchè se il noi si riferisce alla cricca che negli anni di alternanza tra destra e sinistra italiana ha portato la Sardegna in questa situazione di sudditanza mai vista, questo noi non è credibile e non ci interessa.

Noi indipendentisti – che insieme a Sardegna Chiama Sardegna abbiamo costruito la lista Vota Sardigna – vogliamo proporre un esercizio di libertà. Non ci interessa partecipare ad una gara a chi amministra meglio la sudditanza. 

Insieme alla Coalizione Sarda vogliamo lanciare una sfida che è quella di intendere come nostro Paese la Sardegna e agire in questo senso. E in questo senso sviluppare la nostra economia, la nostra esistenza. E costruire qui il nostro futuro.

Per uscire da questo ping pong improduttivo che ci paralizza serve il coraggio di fare una scelta chiara, che abbia prospettiva, che abbia futuro. Battere le destre è riduttivo: dobbiamo battere quel sistema politico, quel bipolarismo italiano che ci ha portato in questa situazione. E  serve coraggio, non paura. Non fatevi paralizzare dalla paura. Abbiate coraggio. Non verrà nessuno a salvarci, tantomeno la politica italiana. 

L’unica possibilità per la Sardegna oggi e in prospettiva futura è la Coalizione Sarda con Renato Soru presidente. Il resto sono palliativi, specchietti per le allodole. Non accontentiamoci del finto amico, individuiamo lucidamente il nemico e battiamolo. Con coraggio.

Artìculu prus bètzuMuore Johan Galtung, pioniere degli studi sulla pace
Ateru artìculuCoalizione Sarda. Facciamo come in Corsica? Dipende